(Lc 8,19-21) Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.


VANGELO DI MARTEDì 24 SETTEMBRE 2019
(Lc 8,19-21)
Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica.
+ Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».


Parola del Signore
UN MIO PENSIERO.

Una scelta quella di Gesù,non dettata dall’amore per chi gli è più vicino, per la sua Mamma, ma per chiunque lo ascolta e mette in pratica la sua parola….quindi, riflettiamoci bene, non basta ascoltare la sua parola e neanche essere inseriti nella sua Chiesa; è il metterla in pratica che ci rende speciali agli occhi di Dio, che ci rende fratelli.

(Gv 3,13-17) Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.

VANGELO (Gv 3,13-17)
Bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

Parola del Signore.
UN MIO PENSIERO.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Se teniamo presente questa frase di Gesù che Giovanni ci riporta come detta a Nicodemo, capiamo che il fulcro di tutto il Vangelo è qui.
Ogni croce senza redentore, rasenta il cinismo assoluto.
Gesù ha scelto di salire su quella croce, per salvare il mondo; tutto il mondo. Non è la sofferenza in se stessa, ma la sublimazione di quella sofferenza per amore che da il senso della croce, che ne esalta il senso.
Mi capita di vedere che accettare questo pensiero è difficile anche per chi non soffre, quindi comprendo che possa esserlo ancor di più, per chi ha la sua croce; eppure vedere che c’è chi si accanisce contro chi sofferente unisce il suo dolore a quello di Cristo , mi da veramente fastidio, perché spesso scarichiamo dietro alla parola scandalo, quello che non ci riesce .
Penso alla morte della giovane Nadia Toffa, che definì la sua malattia un dono e che fu attaccata incomprensibilmente da ogni dove…tanto che ancora oggi,qualcuno ha scritto di lei “finalmente sei morta!”
Si FINALMENTE non significa felicemente, ma alla fine tutto si è compiuto.
La sua croce ha assunto un senso perché non ha imprecato contro Dio e contro il mondo, come tanti altri , ma ha usato quella croce per realizzare il suo CREDERE IN DIO, per trasmettere quell’ AMORE che niente riesce ad eguagliare, che non abbandona nessuno nel regno dei morti,ma ci salva dalla dannazione eterna.

VANGELO (Mt 6,7-15) Voi dunque pregate così.

 Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, 
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti 
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione, 
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE 
PREGHIERA 
Vieni o Santo Spirito e guidami per capire le meravigliose parole di Gesù.

Perchè la preghiera sia efficace, non servono le parole, ma quanto ci lasciamo trasformare dalla preghiera stessa. Le parole possono essere anche belle, ma vane se non sono accompagnate da intenzioni sincere e dal desiderio di un vero colloquio, senza finzioni, con il nostro Dio.
Nessun cammino porta lontano se gira intorno a se stesso; infatti a volte parliamo di amore, ma non riusciamo ad amare; parliamo di perdono, ma non proviamo neanche a perdonare. Nelle parole che Gesù ci insegna è scritta la nostra salvezza o la nostra condanna, perché senza giri di parole ci dice : -Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.- Quindi non sprechiamo parole, ma cerchiamo di disporre prima tutto perché le nostre parole possano essere prese sul serio da Dio. Il perdono che desideriamo per noi, dobbiamo desiderarlo anche per i fratelli, perché, per quanto possiamo fare, è comunque un perdono al quale non avremmo diritto, ma che ci viene concesso per la grande misericordia del nostro Padre.
Un bel fioretto sarebbe imparare a non giudicare e non condannare nessuno, ma dire una preghiera per chiedere perdono per coloro che sono lontani “secondo noi” dal cammino di conversione, tenendo presente che noi per primi, siamo ancora in cammino, e purtroppo, spesso giriamo a vuoto.

VANGELO (Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.

VANGELO 
(Mt 25,31-46) Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 
+ Dal Vangelo secondo Matteo 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». 
Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Aiutami Signore a dare senso al tuo sacrificio, aiutami a non sprecare la mia vita.
Ci sarà un giorno in cui tutto sarà compiuto e non potremo più fare altro… quello che sarà stato della nostra vita sarà tutto lì, davanti a noi , sul libro della vita, davanti a Cristo che è verità assoluta. Spesso mi sono chiesta perché ha scelto di lasciare che si compiesse per Lui, una morte tanto atroce, e penso che quella verità, quella giustizia, quell’amore che Lui rappresentava, non erano condivisi da chi voleva altro dal mondo. Ci sono scelte futili e scelte importanti nella vita, ma scegliere come vivere e a quali cose dare importanza e a quali no, è una decisione che cambia il senso della vita stessa. Ama il tuo prossimo come te stesso, aiuta chi ha bisogno di essere aiutato, difendi l’oppresso, vesti chi è nudo, da da mangiare a chi non ne ha….e Gesù di questi imput ce ne ha dati migliaia, fino a che punto vogliamo continuare a parlarne, a dire che sono cose giuste, ma non scegliamo di viverle pienamente? Quel giorno saremo giudicati per quello che non abbiamo fatto quando potevamo, saremo davanti ai nostri rifiuti, agli orrori che questi hanno causato, più che agli errori che non avremo saputo evitare.

(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.

VANGELO
(Lc 5,27-32) Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano.
+ Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Ti prego o Santo Spirito, di vivere nel mio cuore con la tua sapienza, di illuminarmi la mente ed il cuore, amore unico e perfetto.Stupendo Gesù, che passa tra i peccatori e non vede il loro peccato, ma vede il fratello da salvare, è così che egli va davanti a Levi e lo chiama, e lui, che sembrava senza cuore, cede e lo segue. Ma la storia non finisce qui per far comprendere come il suo messaggio di salvezza sia per tutti, si reca con lui nella sua casa, e siede al tavolo con i suoi amici, anch’essi considerati degli emarginati dai farisei e dagli scribi. Questo naturalmente è una provocazione per questi ultimi, ma Gesù spiega che non è venuto per i sani, ma per gli ammalati; non per i giusti, ma per i peccatori. Questa frase può significare forse che i farisei non avevano bisogno del Signore perché rispettavano la legge?Assolutamente no, perché già il fatto che facevano delle discriminazioni li rendeva ingiusti. Tutti siamo bisognosi della parola di Dio, tutti abbiamo un cammino da fare per raggiungere la santità, e nessuno di noi deve sentirsi migliore degli altri e già salvo, ma ricercare continuamente la perfezione attraverso la Sua parola, facendo continuamente un confronto con la nostra vita e la vita di Gesù, per cercare di non fare come i farisei, che a parole erano perfetti, ma nei fatti, non facevano altro che recintare e mettere dei paletti alla misericordia di Gesù.

VANGELO (Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.

VANGELO
(Lc 9,22-25) Chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».

Parola del Signore.
LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA.
Vieni verso di me Signore,vieni sopra di me con il tuo Santo Spirito ed illumina la mia mente ed il mio cuore,perché non continui a vivere nelle tenebre.

É la prima volta in cui Gesù parlò con tanta chiarezza della sua croce. Pur non essendo accettato dai più, a volte inseguito e preso a sassate, come leggiamo negli scritti di Maria Valtorta, Gesù non si separa dal suo popolo, ma al contrario resta con chi lo rifiuta, trasformando il rifiuto che subisce in atto d’amore, segno vivente di quell’ incrollabile fedeltà di Dio che mai ci abbandona. La via della Croce non è semplicemente il coraggio della solitudine e del martirio, ma è il coraggio di trasformare la solitudine e il martirio, di cui si è vittima, in un gesto di amore.
Il popolo è “contro” Gesù, ma Gesù è “per” il popolo.
La Croce per cui Gesù deve passare è una precisa volontà di Dio: -il Figlio dell’uomo “deve” soffrire- ma si conclude con la risurrezione. La passione non è soltanto il destino di Gesù, ma di chi decide di seguirlo, deve “rinnegare se stesso” e non pensare ai propri interessi ma a quelli degli altri. E’ una scelta che coinvolge tutta la persona e tutta l’esistenza. “Prendere la Croce” significa avere il coraggio, di trasformare ogni sofferenza, ogni rifiuto in gesto d’amore. La Croce deve diventare un fatto quotidiano. Non è per persone eccezionali né semplicemente da vivere in circostanze straordinarie. Deve, invece, essere vissuto nelle condizioni normali e quotidiane della vita. È qui che si misura l’ identità di ciascun cristiano, nel vivere di ogni giorno: in casa, nella professione, negli impegni sociali, nei rapporti umani, specialmente quando le difficoltà e le incomprensioni la fanno da padroni nella nostra vita, e ancor di più quando queste incomprensioni nascono in seno alla Chiesa, là dove satana agisce maggiormente , perché il suo disegno è quello di non permettere alle mani consacrate di Dio, di confessare e distribuire la comunione e il perdono di Gesù.

VANGELO (Mt 6,1-6.16-18) Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.



VANGELO (Mt 6,1-6.16-18
Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. 


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. 
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Parola del Signore.

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Vieni o Santo Spirito e guidaci verso la beatitudine dei figli di Dio, istruisci le nostre menti su come dobbiamo comportarci; insegnaci a sopportare con pazienza ed umiltà le cose che non possiamo cambiare.
Inizio una nuova riflessione, perché le parole ” la vostra giustizia ” mi fanno pensare che spesso quello che per noi è giusto, non è giusto per Dio e lo sappiamo benissimo, ma fingiamo di ignorarlo e ci giriamo le cose, fino a che non convinciamo noi stessi e gli altri, che Dio ci darebbe ragione…
Si parla spesso oggi di buonismo, che è come dire falsa bontà. 
Lo si fa nei confronti degli extracomunitari, dei profughi, degli omosessuali, e di ogni altro tipo di persone, semplicemente diverse da noi.
Lo fanno i politici, per non perdere i consensi e lo fanno tante persone per
” sembrare ” politicamente corretti, (traduzione letterale dell’inglese politically correct) che vuol dire in fine apparire una persona aperta, libera, nella forma e nella sostanza, da ogni tipo di pregiudizio razziale, etnico, religioso, di genere, di età, di orientamento sessuale, o relativo a disabilità fisiche o psichiche della persona.
Ma è tutta una bufala!!!!
Un esempio ce l’ abbiamo quando ci troviamo davanti ad una scelta che ci riguarda, del tipo per esempio, se far nascere un figlio con la possibilità che nasca malato; quante volte ho sentito dire, non è giusto… allora è giusto farlo morire?
Quante volte l’ uomo si indigna davanti ad un’ ingiustizia?
Quante volte agisce contro chi la commette?
Siamo capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo, come diceva Che Guevara?
Spesso commette ingiustizia non solo colui che fa qualcosa, ma anche colui che non la fa…..
Quante volte chiamiamo giustizia la vendetta?
Dobbiamo imparare a vivere nel mondo, senza farci contaminare dal mondo e dalla sua falsa giustizia e dobbiamo imparare ad avere rispetto delle idee altrui, ma anche e prima di tutto, a far rispettare ed a rispettare per primi, il pensiero di Dio, il piano che Lui ha formato per le Sue creature e che è meraviglioso.
Il Dio della Bibbia agisce ” dall’interno “, cambiando il cuore umano, ” verso l’esterno ” per influenzare la società.
L’uomo senza timore di Dio e senza rispetto della Sua Parola, agisce
“ dall’ esterno ”, cambiando la società, per arrivare “ all’ interno ”, pensando di cambiare il cuore dell’ individuo.
L’ unica nostra salvezza è la misericordia di Dio che non si stanca mai di richiamarci e perdonarci…



L’ arte dell’apparire non è dei figli di Dio, ma piuttosto lo è quella del silenzio, del fare senza voler ricevere niente in cambio, quella del perdonare anche chi offende. Essere Cristiani, diventa sempre più faticoso, Gesù scava sempre più dentro di noi, per fare piazza pulita di quello che può deviare la nostra spiritualità, la nostra condotta, che deve essere veramente sincera per arrivare all’ essenza della fede.
Il vero credente non fa di tutto per sembrare buono, ma è buono… ed è buono perché ama il suo Dio ed il suo prossimo. Se noi viviamo in una famiglia unita e ci vogliamo bene, ci aiutiamo gli uni con gli altri; se vediamo che nostra Madre o nostro Padre sono preoccupati, addolorati per il comportamento dei nostri fratelli, cerchiamo di parlare con loro, di fargli capire dove sbagliano, non li cacciamo da casa e non chiediamo di chiuderli fuori; se a nostro fratello serve aiuto, non stiamo neanche ad aspettare che lo chieda, ma senza voler sembrare più in gamba, solo perché abbiamo di più, lo aiutiamo.
Purtroppo tanti nostri atteggiamenti sono sbagliati, perché mentre con una mano aiutiamo, con l’altra pretendiamo di avere riconoscimenti per il nostro gesto.
Come possiamo pensare di fare parte della stessa famiglia, di essere legati all’ amore di Dio, che ha dato la vita per noi e non ci chiede altro che amore.
Lui è stato martoriato, in silenzio, è morto su una croce di legno ruvida che graffiava il suo corpo piagato, e chi lo avrebbe mai sospettato che da duemila anni ancora nessuno riesca a dimenticare quel gesto.
La piccola Teresa Madre di Calcutta, per fare un esempio fra tanti, non cercava gli onori, anzi, era là tra i poveri, i lebbrosi e gli emarginati e cercava solo di alleviare le loro ferite, ma più di tutto, cercava di abbracciare i suoi ammalati, molti dei quali in fin di vita, per non farli sentire soli nel momento del trapasso.
Quello che lei iniziò a fare non aveva evidentemente lo scopo di farla apparire, anzi, gli unici che la avvicinavano erano proprio loro, gli ultimi del mondo, ma il Signore guardava la piccola madre, ed aveva in serbo per lei grandi cose e così, lei che non fece nulla per apparire, divenne nel mondo l’ immagine stessa della carità.
Fa o Signore, che possiamo somigliare sempre più alla piccola Madre Teresa, che sappiamo come lei riconoscerti nel fratello bisognoso, di un sorriso, di una parola, di un aiuto… fa che possiamo essere le tue mani ed il tuo cuore, belli, puri e mai vanitosi, perché tutto quello che ci viene da te viene direttamente dal cuore.

VANGELO (Mc 10,28-31) Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

VANGELO (Mc 10,28-31
Riceverete in questo tempo cento volte tanto insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. 

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Parola del Signore

LA MIA RIFLESSIONE
PREGHIERA
Concedimi o mio amato, la luce del tuo Spirito, per comprendere a pieno le tue parole, per inserirle nella mia vita e farmi muovere sui tuoi passi. Io sento di amarti e vorrei essere veramente come Tu mi vuoi, insegnami. 

Il giovane ricco è appena andato via… non se la sentiva di vendere tutti i suoi averi per seguire Gesù, non se la sentiva di rinunciare a qualcosa che,secondo lui, gli apparteneva. Pietro guarda Gesù e timidamente gli si avvicina e gli chiede se loro che hanno lasciato tutto per seguirlo, sono a posto? C’è qualcosa in Pietro che gli fa presagire che la risposta non sarà quella che si aspetta, sembra che con Gesù non si riesca mai a capire fino in fondo, quello che è giusto, quello che vuole. Infatti, Gesù fa una precisazione che come al solito, lo lascia esterrefatto. Dice che, già solo il fatto di seguire la sua parola, apre degli scenari completamente diversi nella nostra vita; il sapere che essa non è fine a se stessa, ma che è inserita in un progetto di Dio, è una proposta accattivante che dite? Lasciare tutto, non vuol dire mettersi a fare il barbone, ma non essere attaccati a nulla, non avere delle cose più importanti di Dio, che ci possono fuorviare ed è questo per noi molto difficile. Lo era ai tempi di Gesù, in cui si viveva di poco e lo è ancor di più oggi che tutto sembra essere di primaria importanza, irrinunciabile e per avere tutto si è disposti a tutto, anche a lavorare per tante ore. C’è la macchina, i videogiochi, la discoteca, le serate divertenti, gli impegni dei figli… tutto così importante da non avere il tempo per il Signore. Una fugace messa di domenica e se il sacerdote fa un’ omelia troppo lunga, quanti visi scocciati…. Ma com’è bello ogni giorno aprire la giornata con la preghiera, affrontare le difficoltà con la fede che ci sorregge, sapere che non si è soli, leggere le scritture e cercare di capire alla luce dello Spirito Santo, che cosa ci dice il Signore. Io lo faccio con voi, ma vorrei tanto che tutti lo facessimo ognuno per proprio conto, per aver la possibilità di stare a tu per tu col Signore, aprire a Lui il nostro cuore, scoprire che quello che riceviamo e di gran lunga superiore di quello a cui rinunciamo.
Ci basta così poco a volte per sentirci “a posto” e Pietro è così simile a noi in questo che solo più tardi riuscirà a comprendere che deve rinunciare al suo orgoglio, alla sua presunzione, al suo carattere irruente, all’idea di essere perfetto e lo capirà quando sarà messo alla prova in tutta la sua debolezza, e rinnegherà di conoscere Gesù per paura. Dobbiamo far posto a Gesù nel nostro cuore, e non ci rimetteremo, questo è sicuro!